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Tuesday, October 03, 2006

FILM - Shinjû ten no Amijima (DOUBLE SUICIDE)


Titolo originale: Shinjû ten no Amijima 心中天網島
Regista: Shinoda Masahiro
Sceneggiatura: Tomioka Taeko, Shinoda Masahiro e Takemitsu Tôru (dall'omonimo dramma di Chikamatsu Monzaemon)
Interpreti principali: Nakamura Kichiemon (Jihei), Iwashita Shima (Koharu e Osan), Komatsu Hôsei (Tahei), Takita Yûsuke (Magoemon), Fujiwara Kamatari (padrone dello Yamatoya), Katô Yoshi (Gozaemon), Kawarazaki Shizue (madre di Osan), Hidari Tokie (Osugi)
Musiche: Takemitsu Tôru
Durata: 104 min.

Un po' di tempo fa acquistai per la modica cifra di 40 euro...(una bella sommetta!) questo film che mi attirava moltissimo per la regia particolare (sembra di assistere ad un tramma teatrale) e per la trama decisamente classica dell'amore-tragedia o eros-morte tipica della cultura giapponese.

Segnalato come il capolavoro del regista Shinoda Masahiro è uno dei pochissimi esempi nella cinematografia giapponese di un'opera basata sul teatro tradizionale. Infatti il copione del film segue molto fedelmente, sia nella trama che nella successione delle scene, il dramma omonimo scritto nel 1720 da Chikamatsu Monzaemon per il bunraku, mentre i dialoghi sono stati modificati adattandoli alla lingua moderna.

A parte questa particolarità devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di meglio, forse dovrei rivederlo ulteriormente, ma alla fine non so la storia non mi ha entusiasmato più di tanto, ripeto assolumante originale come regia e scenografia, l'ho trovato troppo "estremo" ma forse dovrei rivederlo con maggiore attenzione. Molto bello il rapporto tra la moglie e l'amante del marito, assolutamente privo di gelosia e improntato sul mutuo e reciproco rispetto per il bene dell'uomo amato ,un concetto direi difficilmente visto in un film occidentale, una sorta di solidarietà tra le due donne...

La trama è comunque la seguente:
Jihei, un giovane mercante di carta di Ôsaka, sposato e con due figli, è innamorato di Koharu, una prostituta del quartiere di piacere di Sonezaki. A causa di questo amore egli spende tutte le proprie sostanze e trascura la propria famiglia e il proprio lavoro, ma non ha abbastanza denaro per riscattare Koharu dalla "casa del tè" in cui essa lavora. Disperati per la propria situazione, i due decidono di uccidersi insieme.Osan, moglie di Jihei, ha intuito il proposito suicida del marito e invia segretamente una lettera a Koharu implorandola di salvare Jihei. Tra le due donne, entrambe innamorate dello stesso uomo, si stabilisce un rapporto di tacita solidarietà e Koharu allontana Jihei facendogli addirittura credere di averlo tradito.Proprio quando la pace sembra tornata nella famiglia di Jihei, Osan viene a sapere che Koharu è stata riscattata da Tahei, un ricco mercante rivale di Jihei, ed è sicura che la ragazza si suiciderà piuttosto che cadere nelle sue mani. Osan rivela quindi a Jihei il proprio accordo con Koharu e lo esorta a salvare la ragazza, consegnandogli il proprio corredo di sposa perché Jihei ne ricavi il denaro necessario per il riscatto. La manovra è però scoperta da Gozaemon, padre di Osan, che da tempo è adirato con Jihei per la sua condotta sconsiderata verso la famiglia: vedendo che il genero sta sacrificando persino il corredo nuziale per una prostituta, conduce via a forza la figlia, obbligando Jihei al divorzio.Rovinato economicamente e senza più famiglia, a Jihei non rimane che il suicidio. Dopo aver fatto uscire di nascosto Koharu dalla casa di piacere, i due si allontanano dalla città. Essi si tagliano i capelli alla maniera dei bonzi per simboleggiare il loro distacco da questo mondo; nel corso di uno struggente dialogo di addio decidono di uccidersi in modi diversi e in luoghi separati per un senso di rispetto verso Osan, ma giurano di rimanere uniti nella vita futura. Quindi Jihei taglia la gola a Koharu e si impicca a un cancello poco distante.

La colonna sonora composta da Takemitsu Tôru, ha musiche con un forte richiamo alla tradizione negli strumenti musicali e nel materiale tematico utilizzati e viene considerata anch'essa un capolavoro, io se devo essere assolutamente sincero non l'ho quasi notata !

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